Ponza in soli 4 giorni

Alcuni periodi sono davvero difficili per viaggiare, sembra non esserci tempo a sufficienza per staccarsi dal lavoro e dagli impegni, insomma, a volte ci vuole tantissima fatica per trovare 4 giorni liberi ma per noi Ponza è stata una salvezza dal caos della vita quotidiana: comoda da raggiungere e diversa da tanti luoghi italiani.
Noi abbiamo scelto di vedere cosa nasconde Ponza in un tempo molto ristretto, solo 4 giorni, ma è stato più che sufficiente (anche se non volevamo tornare).
Pier (che è qui che legge e corregge e vi sta osservando) vive a Fondi, quindi Ponza era una vacanza comodissima, ci è bastato arrivare a Terracina e prendere il traghetto che avevamo prenotato con un po’ di anticipo sul sito di Laziomar.
Ad oggi, aprile 2024, la tratta Terracina-Ponza e viceversa non è attiva ma si può partire da Formia, a 25 minuti circa in auto e facilmente raggiungibile in treno.
L’alloggio e il primo giorno
Abbiamo alloggiato a Le Forna da Emiliano e Lorena, li abbiamo trovati dopo una breve ricerca su Airbnb e la loro “Light Cave” ci colpì subito, loro sono fantastici e le colazioni di Lorena indimenticabili per quantità e qualità ma purtroppo il loro alloggio non è più disponibile sul portale (un vero peccato) e non ce la sentiamo di consigliarvi alloggi o hotel che non abbiamo provato, lasciatevi guidare dalle recensioni!
Appena arrivati stremati dal caldo di fine agosto ci siamo diretti a Cala dell’acqua.
Meravigliosa, peccato ci siano solo scogli e noi non avevamo le scarpette di gomma adatte, quindi era impossibile non farsi male.
L’opzione B in casi come questi (perché un po’ ce lo aspettavamo) erano le piscine naturali, e cos’altro possiamo dirvi se non che da quando siamo tornati ci mancano ogni giorno?
Anche in questo luogo è tutto roccioso, però è molto più facile fare il bagno, ci sono corde e scalette e il percorso per tuffarsi in quell’acqua splendida non è impervio come potrebbe sembrare dall’alto, mi raccomando portate con voi una maschera per ammirare i fondali con tantissimi pesciolini colorati.

Siamo rimasti in quel paradiso naturale fino a sera, non ce ne volevamo più andare ma poi la fame cominciava a farsi sentire e per la prima cena sull’isola di Ponza abbiamo deciso di trattarci bene e provare uno dei ristoranti del porto: “La Kambusa”, un locale tipico in cui è lo stesso proprietario a fare visita al tavolo di tanto in tanto per chiedere come va e raccontare qualcosa dell’isola, queste per noi sono esperienze che arricchiscono perché permettono di percepire fin da subito l’ospitalità locale e la gentilezza delle persone che abitano il luogo, i piatti, ovviamente a base di pesce, erano ovviamente buonissimi, ben fatti e con quantitativi in grado di saziare Pier (cosa fondamentale).
Siamo arrivati al porto prendendo l’autobus, porta in tutti i punti dell’isola, passa molto spesso ed è comodissimo.
Il secondo giorno? Una conferma grazie alle Grotte di Pilato
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Ora torniamo al secondo giorno, ricominciamo dai drammi: durante la notte l’isola è stata colpita da un diluvio esagerato e la paura che non finisse per il giorno successivo mi fece dormire poco (odio i temporali e sì, Pier ovviamente dormiva), la mattina però il tempo era ancora nuvoloso ma non ci siamo persi d’animo, avevamo in mente di fare una gita alle Grotte di Pilato, ma prima ci siamo fermati a comprare le scarpette di gomma (dagli errori si impara), in realtà le troverete ovunque.

Per arrivare alle Grotte di Pilato basta andare al porto e chiedere agli appositi banchetti il prezzo migliore per la visita con il gommone, noi ci siamo trovati benissimo al primo colpo e fidatevi: è un’esperienza da fare assolutamente, al ritorno però invece di tornare al porto siamo scesi alla spiaggia del Frontone, ha piovuto per un pochino ma ci siamo goduti lo stesso quel momento, per tornare al porto ci sono delle barche, però ricordate di chiedere l’orario prima per evitare di perderle e restare bloccati lì, ci ringrazierete.

Dopo un’intensa esplorazione sull’isola e nel centro del paese avevamo la necessità, nonostante la stanchezza, di fare un aperitivo in un luogo magico: Chiaia di Luna, con il tramonto non siamo stati molto fortunati a causa delle nuvole ma c’era comunque una bellissima luce e quel posto è fantastico quindi un aperitivo, anche in questo caso, è obbligatorio.

Per cena abbiamo deciso di testare un ristorante più vicino alla casa e abbiamo scelto di andare Da Angelino, i prezzi rispetto alla zona del porto sono più bassi ma la qualità è sempre ottima, il pesce era freschissimo ed i piatti, anche questa volta, hanno saziato la fame estiva di Pier.
Terzo giorno, l’esplorazione e il luogo per un tramonto finalmente perfetto
La mattinata del terzo giorno l’abbiamo passata esplorando tutto quello che ci mancava vicino la zona del Porto, stradine, casa bianche e colorate, scalini, tanti scalini, tantissimi scalini, le gocce di sudore, il caldo che ci stava uccidendo ma non potevamo non vedere tutte le bellezze che Ponza può offrire a due turisti esploratori come noi.

Per evitare di farci davvero ammazzare dal caldo per il pranzo abbiamo optato per qualcosa di veloce e non troppo pesante (e Pier ancora oggi ci ripensa) quindi abbiamo testato La Baguetteria del porto, per un pasto veloce e di buona qualità è perfetto, è come mangiare in un fast-food ma con tutti i vantaggi di una panineria e con ingredienti ricercati e ben abbinati, dopo aver digerito abbiamo deciso per un bel bis alle piscine naturali, e questa volta ci siamo goduti lì il tramonto, è stata davvero un’esperienza unica che ci ha lasciati con un ricordo indelebile dell’isola, uno di quei momenti che nella vita difficilmente si possono dimenticare, davvero uno tra i migliori tramonti della mia vita (e anche Pier dalla regia me lo conferma), che oltre le cose belle ci ha lasciati con la tristezza di dover abbandonare quel paradiso dopo poche ore.
Un giorno di mare a Ponza? Ma sì dai, ma aspetta, dove?!
L’ultimo giorno lo abbiamo dedicato tutto a Cala Feola, finalmente una spiaggia di sabbia, senza sassi o rocce, per l’ultimo giorno era perfetta, ci siamo rilassati e ne avevamo bisogno dopo i gradini infiniti (che ci portavano a scorci bellissimi) e il sudore lasciato per vicoli e stradine.
Per il pranzo eravamo estremamente indecisi quindi abbiamo scelto una pizza al “Tartaruga pub” a due passi dal nostro alloggio, ci siamo ritrovati un po’ troppo appesantiti ma era buonissima, forse sarebbe stata meglio un’insalatina ma lo sapete già che Pier in vacanza ha tanta, troppa fame e allora, beh, abbiamo esagerato.
Cosa lascia Ponza?
È difficile raccontare un luogo così particolare e allo stesso tempo unico come Ponza, sicuramente è uno di quei luoghi sulla terra (o per meglio dire, in mare) che almeno una volta nella vita andrebbe visto (soprattutto se vivete nei dintorni), non è estremamente costoso e non è un’isola esclusiva ma un luogo a tratti magico capace di evocare autenticità, italianità e eleganza. È difficile da descrivere l’aria che si respira in un’isola del genere, come fosse totalmente distaccata e diversa dalle città sulla penisola.

Noi pensiamo che Ponza sia un luogo in grado di celare la propria magia e poesia per poi svelarla giorno dopo giorno con estrema potenza ma a piccole dosi, lasciandoti ora dopo ora, tramonto dopo tramonto, un ricordo sempre più bello.
Se ti è piaciuto l’articolo o hai domande su Ponza, sui posti da vedere o i locali in cui andare contattami sui social, il trovi all’inizio di questa pagina.
Grazie per la lettura e come sempre volate, volate ovunque e sorridete, i viaggi sono l’essenza della libertà!
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